lunedì 20 maggio 2013

Muore il Calcio

Pescara - Fiorentina = 1-5


Muore il calcio dei valori premiati, delle belle storie di gesta luccicanti, di splendide geometrie ricamate sul prato verde, con i bambini dagli occhi brillanti di passione, con gente di viola vestita e di gergo antico che canta felice una vecchia canzone di  un certo Narciso, che porta nel nome l’illusione di troppo mirare quanto si è belli.
Muore il calcio della correttezza, dello stringere mani a fine partita, non importa se si vince o si perde, quel che importa è dare il buon esempio, illudersi che anche il “circensis”, dal basso della sua importanza nella scala dei valori della vita, possa insegnare alla vita i valori.
Muore il calcio di chi impone soglie alla cupidigia dei giocatori, certo per mantenere in attivo il proprio conto in banca, ma anche per tenere entro la ragionevolezza il divario fra chi si diverte per professione e chi per professione fatica.
Muore il calcio degli onesti, di chi ha sperato fino a cinque minuti dalla fine, mentre una voce urlava al cuore di stare attento, che nella vita reale vince sempre Golia, anche se la fionda di Davide sembra per una volta aver centrato il bersaglio.
Muore il calcio, perchè guidato dai soli interessi della frusciante banconota, ed ha il volto sollevato e ridanciano di uno squalo pelato, che, bando al pudore, sicuro della sua intoccabilità, ancora con la mascherina sugli occhi e il sacco del maltolto in spalla, sghignazza in faccia al padrone della casa appena svaligiata, al quale non resta che signorilità e rassegnazione.
Muore il calcio, e come ogni volta, è lesto a risorgere, a regalarci illusioni come se ieri non fosse esistito, e il domani una storia diversa. E noi, il popolo dei provinciali, ancora pronti a farci ammaliare dal canto gregoriano delle sirene europee, e proni per i comodi di chi già conosce l'esito finale.
Il calcio è morto, ma ha lasciato sul campo una meravigliosa realtà, che chiede di non essere smembrata, ma solo potata dei rami stanchi, non affini e allineati al sogno, risollevata, armata con nuovi schinieri, uno scudo potente, una lancia appuntita. Altri campi di battaglia l'attendono, in giro per la penisola, in giro per l’Europa. A voi, traghettatori umbri, romani e ispanici, il compito arduo di attrezzare la legione in modo adeguato, senza gli sperati sesterzi di un traguardo rubato.
Grazie Fiorentina.

sabato 4 maggio 2013

Rimasti al palo

Fiorentina - Roma = 0-1

Questo è il brutto del calcio, che per gli altri, gli usurpatori di una meritata vittoria, è invece il bello... Domini il campo per buona parte del match, tiri 22 volte verso la porta dei due portieri giallorossi (contro le sole 4 dei romani), prendi due pali che ancora tremano, e alla fine subisci il classico gol dell'ex in zona Cesarini. Uno 0 tondo tondo nel casellino dei punti portati a casa, l'attesa delle gesta milaniste che diventa di colpo molto meno spasmodica, ed i tre punti guadagnati dalla Roma che ti costringono a guardarti invece le spalle, con l'affollamento in zona UEFA che rende la certezza dell'Europa, ora, un po' meno tale.

Ma  questa è la cronaca calcistica... qui finisce il tabellino e comincia l'orrore del calcio, la malafede, il cosiddetto Palazzo; lasciamo perdere le odiose e reiterate sudditanze psicologiche nei confronti del pupone, che, in onore all'azzeccato soprannome, vola per terra in lacrime alla minima carezza e si merita le più premurose attenzioni delle casacche gialle di turno, pronte a sanzionare, punire, fischiare ogni volta che il 10 giallorosso alza la manina. Lasciamo stare la 20ina di falli fischiati alla Roma con solo un paio di gialli striminziti. Ma il rigore solare, netto, inequivocabile, impossibile da non vedere, per fallo di mano di DeRossi solo soletto nella sua area, è una lordura, una schifezza che grida vendetta. Ma inutile gridare, tanto l'abbiamo capito fin troppo bene come deve finire questo campionato, così come abbiamo capito benissimo le regole il giochetto, forse noi per premi nel calcio moderno, da quel lontano 1982; e come noi l'hanno capito, in seguito, tante altre vittime, cadute sul campo del maggior blasone, del diritto televisivo, e, chissà, pure sulle colline bruciate dal Napalm del denaro... Siamo stanchi anche di dire "basta", consapevoli che non serve, e che anzi, come ben sanno i DellaValle, c'è addirittura da rimetterci.

Quindi, andate pure avanti, cari rossoneri, il vostro obiettivo è quasi raggiunto, ne sarete contenti... Però, un consiglio, mantenete ancora un briciolo di attenzione, perchè domani giocate con la seconda squadra di Firenze, e magari Cerci, Santana & C. avranno ancora voglia di provare a farvi uno scherzetto.

E concludo con un fragoroso applauso ai viola oggi in campo. A parte poche sufficienze raggiunte a fatica (leggi Jovetic, Gonzalo e Toni) gli altri sono stati tutti sopra le righe, attori di un secondo tempo maestoso; per dir la verità, tutti tranne quel bambino che ha invaso il campo improvvisamente, si è ritrovato un bocconcino di palla da solo in area, e l'ha sputato via, tentando una grottesca e sbagliatissima rabona... rimandato a Settembre!