sabato 3 ottobre 2015

Riflessioni orange

Schiphol. In attesa del volo. Con J-Ax nelle cuffie che blatera di "un altro viaggio"  e delle magagne del Bel Paese, rifletto su una settimana vissuta in un Paese Bello: l'Olanda, con la sua precisione, con le sue strade pulite, i canali e i prati curati, i ragazzi in bicicletta a 12 anni per andare a scuola, perché il pulmino è un concetto sconosciuto, e che sembrano persino ignorare la parola "motorino", così apparentemente perfetti e inquadrati, immersi in un'opulenza poco conosciuta alle nostre latitudini.
Inevitabile il confronto con l'Italia, bella si, anzi bellissima nelle sue lande, ma così svilita, svenduta, abbrutita, sciupata e inzaccherata nelle sue città potenzialmente magnifiche, sempre più povera nei valori della sua gioventù imbevuta di social. Vengo assalito da una strisciante ansia, per me, ma soprattutto per i miei figli: se la globalità gli imporrà il confronto con quella gioventù straniera che sembra, rispetto a loro, così ariana, così superiore, così dannatamente costruita fin dall'infanzia per esserlo, sapranno reggere il colpo ed essere all'altezza? Perché non basterà la proverbiale intelligenza italica (leggi scaltrezza)... Il mondo moderno esige sempre di più, e qui noi siamo rimasti al palo.

P.S. Appena atterrato, chiedo al tassista "Posso usare l'AmericanExpress?"... Risposta "Boh, se la prende"...  Appunto. Welcome in Italy...


lunedì 31 agosto 2015

Ridimensionati



No, non si tratta solo di una azienda i cui conti devono tornare nella partita doppia di fine anno.
No, non è una silenziosa arena in cui si gioca in penombra un'intelligente partita a scacchi fra onesti campioni.
No, non è una disputa dialettale in cui le offese verbali si pagano con lo sdegno.
No, non è un tavolo ovale al quale siedono limpidi professionisti e dove una stretta di mano è sacra.
No, non è un film strappalacrime a stelle e strisce in cui l'accozzaglia di panzoni squattrinati vince la Finale contro 11 marcantonii palestrati e strapagati.
No, non è una proprietà da non condividere, senza alzare gli occhi al cielo costellato da quelle 30/40 mila stelle urlanti.
No, non è un eremo marchigiano nel quale nascondersi corrucciati, guardando con sprezzo dall'alto il mondo viola.

No, caro Andrea della Valle... Il Calcio non è questo. La Fiorentina non è questo.
Entrambi sono cuore e passione, una follia per la quale vale la pena perdere la testa.
Se non hai più la voglia e la convinzione di naufragare in questo mare, ritira i remi in barca, e comincia a cercare un nocchiere più pazzo di te.



mercoledì 7 gennaio 2015

Je suis Charlie



Facile, ora, condannare, dissociarsi, inorridire...
Era, forse, scomodo fare scudo a quelle colorate vignette, prima?
Necessitava, forse, una dose troppo elevata di coraggio?
Era poco conveniente rispetto alla dirimpettaia e numerosa comunità di quelli che pregano sul tappetino?
O proprio non fattibile per chi, nella comunità vi era dentro, dissociarsi dal coro dei critici o, peggio, dei vocianti dal pulpito che incasellavano giornalisti e vignettisti come condannati a morte?

Perché tanti, troppi,  criticavano, vociavano, appoggiavano la minoranza/maggioranza tumultuosa e arrogante, attenti, come sempre, a non offendere, urtare, stuzzicare quella pericolosa e spesso non scomoda, bensì comoda, "folla".
"Via, un po' di ritegno" dicevano "non hanno tutti i torti ad indignarsi... come si fa, con vignette ed articoli così offensivi?!"
Gli stessi, ora, piangono, si stracciano le vesti, difendono, alzano lo scudo...

Ma in questa pazza sinusoide, in cui loro, i mostri con il kalashnikov, si arrampicano ritmicamente per premere il grilletto giunti all'acme, e poi nascondersi all'ombra della curva discendente, quando il clamore del gesto scema, siamo noi tutti, bersagli a nostra volta, a decidere il ritmo.

Perché anche in giorni di relativa quiete, quando anche una semplice parola, una singola dichiarazione, vanno contro quello che i nostri antenati hanno faticato a costruire e a fregiare con il nome di Civiltà, di Diritto Umano, di Libertà, anche in quegli apparentemente innocui istanti l'indice dovrebbe levarsi e, unanimi, non sporadici, gli scudi alzarsi.