lunedì 14 marzo 2022

Dita intrecciate


Mi arriva un video su Telegram, su un canale indipendente che 24 ore su 24 riporta news sulla guerra in Ucraina. Quel tipo di video non verrà mai mostrato in TV, o se lo faranno ci saranno grandi pixel a sfumare le parti più crude, quelle che trasudano guerra. Perché quel video mostra quello che dovrebbero vedere tutti senza filtri, per assaggiare di cosa si parla, per capire che non è un videogame, un film con effetti speciali, esplosioni colorate dietro ad un anchorman, asettici schermi di computer con immagini agli infrarossi e comandi a distanza, potenti mezzi terrestri e aerei, uniformi high-tech, soldati con il ghigno sicuro di chi è nel giusto, “Slava Ukraini” e morte ai russi…

A Donetsk un missile (la bandiera è quella giallo-azzurra di quelli "buoni", ma poteva essere anche appartenere agli altri, il risultato non cambia) colpisce in mezzo alle case, su un gruppo di persone in fila per il bancomat. Corpi intatti e corpi mozzati, pozze di sangue, membra sparse, soccorritori scioccati

Due figure, un uomo e una donna, uno accanto all’altra, sdraiati sulla schiena. Sono ancora vivi. Il giornalista munito di smartphone mi mostra tutto, implacabile. I volti bianchi come cera in preda allo shock. Le gambe di entrambi non ci sono più, solo carne rossa, lacci emostatici e ancora sangue. Le dita delle loro mani lentamente si cercano, si intrecciano per un brevissimo momento. Poi la donna viene issata dai soccorritori e portata via, caricata in ambulanza, i due separati al loro destino di dolore e morte.

Chi sono? Marito e moglie? Fratello e sorella? Sconosciuti? So solo che hanno condiviso un’ora di agonia sdraiati su quel marciapiede, forse la loro ultima insieme. La guerra sono loro, sono quelle dita disperate che si cercano, si toccano e si separano.

Ho sapore di sangue in bocca, forse mi son morso le labbra nell’orrore del video, forse ho solo paura che quell’orrore superi i confini...