giovedì 6 settembre 2012

La Fenice Viola

Chiedetemi cosa facevo e cosa pensavo quel pomeriggio del 13 Maggio di quest'anno, diciamo intorno alle 17...
Riemergevo lentamente e senza voglia dal torpore e dalla sonnolenza che mi avevano assalito guardando non l'ultima indecente prestazioni di un campionato sciagurato, bensì gli ultimi 90 minuti di agonia di un focolare, che fino ad un paio di anni prima ardeva e scaldava il cuore, ma che ora era ridotto a brace, ma che dico brace... a cenere, grigia e fredda... Nemmeno quei pochi tizzoni rimasti brillavano più.
La coltre di freddo vuoto calcistico era troppo pesante da poter essere sollevata, nemmeno dal più inguaribile ottimista...
Avevamo chiesto una rivoluzione, ma l'annunciato defenestramento del vate salentino pareva più il primo atto di smantellamento di una azienda giunta al capolinea, piuttosto che una dichiarazione di intenti. La Fiorentina dei ciabattini, anche se non vecchia di 500 anni, sembrava sentire la sua fine, si ritirava sulla sua palma, si isolava, si circondava di rami balsamici, e lasciava che il sole dei tifosi incendiasse il suo ultimo nido, per diventare cenere...
Ed ora, dopo solo pochi mesi, altro che 500 nuovi anni, da quella cenere risorge una nuova prospettiva di squadra e società. Si narra che quando Pradè e Montella si sono incontrati per la prima volta vestiti di viola, si son chiesti come fare a riportare la Fiorentina fra le braccia di Firenze, e la risposta è stata unanime: "qui hanno il palato calcistico fino, ci riusciamo solo con il bel gioco, con i piedi buoni". Ecco allora lo spunto, la cenere che si smuove, e granello dopo granello, tassello dopo tassello, la Fenice alza il becco al cielo e stende le ali.
Concedetemi questo parallelismo mitologico: mi sorge spontaneo guardando oggettivamente un mercato estivo, ovvero un'impresa manageriale che non ha pari, al quale è mancato solo l'ultimo tocco (sempre per i due noti problemi: A. non ci sono voli diretti da Manchester a Firenze, e B. lo stile juve); un rinnovato entusiasmo della gente, che nonostante la recente sconfitta guarda con fastidio alla sosta di campionato; la copertina del GuerinSportivo che mi mostra il volto giovane e sfrontato di 7 nuovi giocatori 7 vestiti di Viola ("I nuovi Nostri"); guardando un giovane Montenegrino che in pochi mesi dobbiamo convincere a diventare una bandiera; un non più giovane Principino che ha già capito la responsabilità del numero 10 che indossa; un portiere fiorentino fino nel midollo, e per questo, forse, ancora con le gambe tremanti quando il megafono dello stadio pronuncia il suo nome subito dopo quello della sua squadra del cuore...
Guardando, insomma, una Fenice viola, che ancora si sgranchisce le ali, ma che ha tanta, tanta voglia di volare.

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